PROBLEMATICHE DEL CIBO INDUSTRIALE MODERNO;

Il cibo industriale moderno, che deriva dai cereali moderni, presenta 7 caratteristiche negative per la salute umana e l’ambiente:

Molto migliore sarebbe una zootecnia basata sui cereali e foraggi prodotti con il nostro SISTEMA DEL DOPPIO RACCOLTO ANNUO a base di un MIX INVERNALE con orzo, avena, segale, cereali antichi, pisello proteico e favino seguito da un MIX ESTIVO a base di sorghi e fagiolo dall’occhio. Si potrebbero produrre MANGIMI OGM FREE al 100%; senza micotossine; con metà superficie; in piena autonomia nazionale; con molta meno acqua di irrigazione; tutto in modo biologico; senza distruggere foreste, oceani e clima e potendo realizzare un MARKETING DI ALIMENTI SALUTISTICI.

DA COSA E’ PARTITO IL M.I.B. ??

In primis abbiamo ritrovato e sottoposto ad una selezione massale biodinamica alcune centinaia di cereali antichi che derivano dalla storia dell’agricoltura del bacino del mediterraneo e che appartengono alle stesse specie che vennero usate dalle più grandi civiltà del passato; SUMERI, ASSIRO BABILONESI, EGIZIANI, GRECI, ROMANI; e proprio all’interno di queste specie abbiamo trovato varietà originarie che sono state tramandate fino a nostri giorni dal lavoro fondamentale di tante generazioni di agricoltori di vari paesi del mediterraneo.

All’interno di questo repertorio di VARIETA’ ORIGINARIE mai ibridate, mai incrociate e mai mutate in modo artificiale dall’uomo,abbiamo individuato alcune varietà di FARRO MONOCOCCO, FARRO DICOCCO, FARRO SPELTA, FRUMENTO TURANICO, FRUMENTO DURO, FRUMENTO TENERO, FRUMENTO TURGIDO, ORZO NUDO, AVENA NUDA, SEGALE, che in base ad analisi chimiche, genetiche, per immagine e con il vega test hanno dimostrato di possedere il massimo valore nutrizionale e l’assenza di sostanze tossiche ed allergizzanti.

Poi il M.I.B. ha curato la predisposizione di un disciplinare di produzione agricola biologica innovativa in grado di rigenerare la fertilità del terreno e realizzare il massimo valore nutrizionale. Poi una volta prodotta la granella nel modo suddetto il M.I.B. ha individuato dei laboratori artigianali in grado di produrre PASTA, GRISSINI, BISCOTTI, FETTE BISCOTTATE, FARINE E PANE secondo dei criteri e delle metodologie atte a preservare il massimo valore nutrizionale per fornire ai consumatori consapevoli dei veri ALIMENTI FUNZIONALI NUTRACEUTICI.

IL M.I.B. per completare l’effetto nutraceutico dei suoi ALIMENTI FUNZIONALI ha integrato la farina integrale al 100% dei suoi cereali antichi con altre fibre prebiotiche derivanti da INULINA DA AGAVE BIOLOGICA; FARINA DI SEMI DI LINO BIOLOGICA; FARINA DI RADICI DI LIQUIRIZIA E ALTEA; FARINA DI SEMI DI PSYLLIUM BIOLOGICA; FARINA DI CANNELLA, CURCUMA E CHIODI DI GAROFANO E FARINA DI FUNGHI MEDICINALI BIOLOGICI.

INULINA DA AGAVE BIOLOGICA = FIBRA PREBIOTICA CHE NUTRE IL NOSTRO MICROBIOTA INTESTINALE.

Crusca di farro ad elevato contenuto di FIBRE PREBIOTICHE a base di POLISACCARIDI NON CELLULOSICI CHE NUTRONO IL NOSTRO MICROBIOTA INTESTINALE E ANCHE I VILLI INTESTINALI

FARINA DI RADICI DI LIQUIRIZIA; che in piccole dosi contribuisce a chiudere la permeabilità intestinale;

FARINA DI RADICI DI ALTEA; che in piccole dosi contribuisce a chiudere la permeabilità intestinale;

CANNELLA, CURCUMA E CHIODI DI GAROFANO; contribuiscono a ridurre le infiammazioni intestinali e forniscono sostanze antiossidanti molto benefiche.

LA PIANURA PADANA ; IL REGNO DEL MAIS, DELLA SOIA E DELL’AGRICOLTURA CHIMICA;

STATO ATTUALE; PROBLEMATICHE AMBIENTALI E SANITARIE E SOLUZIONI ECOSOSTENIBILI

Allo stato attuale, maggio 2023, i dati dell’ISPRA ( ) ci confermano che Oltre metà delle acque italiane contiene pesticidi: lo rivela un rapporto dell’ISPRA” di cui riportiamo una parte dell’articolo tratto da www.lindipendente.online.

“Più della metà delle acque superficiali italiane contiene pesticidi: è quanto rivela un recente rapporto dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), incentrato sul biennio 2019-2020. Dal documento infatti si apprende che, relativamente alle acque superficiali “sono stati trovati pesticidi nel 55,1% dei 1.837 punti di monitoraggio”. Numeri che inevitabilmente generano preoccupazione, soprattutto se si considera che oltre il 30% dei punti di monitoraggio ha “concentrazioni superiori ai limiti ambientali” e che tra le sostanze che più spesso hanno determinato tale superamento vi è il controverso erbicida glifosato ed il suo metabolita AMPA. Leggermente migliore la situazione delle acque sotterranee, contaminate nel 23,3% dei 2.551 punti di monitoraggio, con concentrazioni superiori ai limiti di legge in 139 punti, il 5,4% del totale. Anche in questo caso il glifosato è stato il contaminante chimico più trovato. La presenza di pesticidi è risultata più elevata nel Nord Italia, arrivando a interessare il 67% dei punti delle acque superficiali e il 34% delle acque sotterranee. Ma questo, sottolinea il rapporto, è probabilmente dovuto al fatto che le indagini sarebbero state svolte più accuratamente: il monitoraggio, infatti, nel tempo si è concentrato in modo particolare nelle aree dove la contaminazione è più probabile, le quali sono presenti appunto nel Nord Italia.“La presenza di pesticidi, come già ampiamente segnalato negli anni precedenti, è più diffusa nelle aree della pianura padano-veneta“ – si legge nel rapporto – in cui viene sottolineato come “tale stato sia legato ovviamente alle caratteristiche idrologiche del territorio in questione e al suo intenso utilizzo agricolo, ma dipenda anche dal fatto, non secondario, che le indagini sono più complete e rappresentative nelle regioni del Nord”.

Poi ecco il numero di molecole e di inquinanti analizzati in FRIULI VENEZIA GIULIA, che ci da una chiara indicazione di come si sta evolvendo l’inquinamento nell’intera pianura padana.

MA ANCHE LA SITUAZIONE DELL’ARIA E’ PIUTTOSTO GRAVE !!

Ma perche’ siamo arrivati a questo punto ???
Riguardo agli apporti inquinanti derivanti dal settore agricolo, il problema sta nel tipo di agricoltura che usa in modo sistematico pesticidi e piante chimico-dipendenti e che applica un sistema di allevamento zootecnico sbagliato e assolutamente NON ECO SOSTENIBILE.

Serve un cambio di rotta, avverte l’ISPRA: “mentre abbiamo centrato i limiti emissivi per tutte le sostanze per il 2020, se la situazione attuale non cambierà per l’Italia sarà molto sfidante, per non dire difficile, stare entro i limiti fissati per il 2030”.

PARTIAMO DAL SETTORE ZOOTECNICO.
Premesso che non può esistere una agricoltura equilibrata senza la giusta presenza di ANIMALI DA ALLEVAMENTO e senza l’utilizzo del letame per fertilizzare la terra, il problema sta nel capire QUANTI E QUALI ANIMALI ALLEVARE, oltre che COME ALLEVARLI E NUTRIRLI ma anche come gestire i REFLUI ZOOTECNICI ( LETAME E LIQUAMI).
Tutti i problemi attuali derivano dal fatto che volendo basare l’allevamento zootecnico e la produzione di mangimi sull’utilizzo prevalente di MAIS e SOIA e volendo produrre in modo super intensivo questi due prodotti alla fine si è sviluppato un sistema che si basa su un utilizzo massiccio di concimi chimici e pesticidi.

VEDIAMO QUINDI I NUMERI CHE A GRANDI LINEE CARATTERIZZANO IL SISTEMA DI PRODUZIONE NAZIONALE DEL MAIS E DELLA SOIA che sono gli ingredienti principali dei mangimi moderni.

Innanzi tutto soia e mais vengono prodotti in prevalenza quasi assoluta nella pianura padana che ha un sistema di canali e fiumi adatti a fornire acqua di irrigazione per queste due COLTURE ESTIVE IRRIGAZIONE-DIPENDENTI.
Mediamente in pianura padana si coltivano circa 1.200.000 ettari a MAIS DA GRANELLA e altri 280.000 ettari a MAIS PER INSILATO.
Con tali superfici e con un uso massiccio di concimi chimici, liquami, letame, diserbanti, insetticidi e 4-8 turni di irrigazione, si arriva a produrre una media di circa 100 quintali (q.li) di granella per ettaro o 550-650 q.li di trinciato da insilare per ettaro. Con tali quantità si copre circa il 90% del nostro fabbisogno nazionale e il resto si deve importare. Naturalmente il surriscaldamento globale, la siccità in aumento con basse riserve idriche nel fiume PO’ e nei suoi affluenti, le grandinate e le “bombe d’acqua” in aumento, oltre che l’aumento delle micotossine nella granella del mais e l’aumento dei costi dell’energia, costituiscono altri fattori, oltre al grave inquinamento suddetto che ci impongono di trovare una alternativa sostenibile dal punto di vista ambientale ed economico per il progresso della zootecnia, dell’agricoltura e della salute umana.

IL CASO DELLA SOIA
Riguardo alla soia abbiamo invece mediamente una coltivazione di circa 270.000 ettari con una produzione media di circa 37 q.li per ettaro. Quindi a fronte di un fabbisogno nazionale di circa 29.410.000 q.li e una produzione di soli 10.000.000 di q.li ne dobbiamo importare ogni anno circa 19.410.000 q.li che derivano in prevalenza dal Brasile, come pure il mais mancante, e tali importazioni sono quasi sempre produzioni da seme OGM ( ORGANISMI GENETICAMENTE MODIFICATI). In sostanza se come abbiamo evidenziato alle problematiche suddette si aggiunge anche un utilizzo massiccio per la zootecnia nazionale di MANGIMI CON PRODOTTI OGM possiamo dire che ci sono parecchie cose da migliorare.
Intendiamoci, il nostro fine non è denigrare o incolpare la zootecnia moderna o le multinazionali del seme OGM o dei concimi e pesticidi, di provocare gravi danni alla salute ambientale e umana. Per questo compito LA CATERVA DI DATI ORMAI DISPONIBILI E’ PIU’ CHE SUFFICIENTE.
A noi invece interessa dare un CONTRIBUTO RISOLUTIVO a questa situazione facendo leva su conoscenze innovative che possono aiutare sia gli allevatori che le multinazionali del seme e dei prodotti fitosanitari ad attuare un graduale ma ormai non più rimandabile PIANO DI RICONVERSIONE DELL’AGRICOLTURA E DELLA ZOOTECNIA.

IL SISTEMA DEL DOPPIO RACCOLTO ANNUO A MOLTEPLICE ATTITUDINE PRODUTTIVA PER UNA AGRICOLTURA ECO SOSTENIBILE E PIU’ VALIDA ECONOMICAMENTE.
Sulla base di esperienze di campo attuate negli ultimi 34 anni in varie parti d’Italia e soprattutto nella pianura padana, abbiamo individuato un sistema risolutivo per migliorare l’agricoltura e la zootecnia moderna.
Questo sistema lo abbiamo chiamato SISTEMA DEL DOPPIO RACCOLTO ANNUO A MOLTEPLICE ATTITUDINE PRODUTTIVA.
Essenzialmente si basa sulla coltivazione di colture alternative al mais e alla soia che ci consentono di produrre molta più granella da mangime e molto più trinciato da insilare con molto meno terreno e tramite un sistema di coltivazione tutto biologico.
Vediamo in sintesi massima in cosa consiste:
1) tra fine ottobre e inizio dicembre si deve seminare un miscuglio di diverse varietà di cereali e leguminose da granella aventi epoche di maturazione sfasate da una o due settimane al massimo. In particolare dovremo mettere insieme circa 250-300 kg di seme tramite una consociazione e miscelazione di diverse varietà di ORZO, AVENA, SEGALE, FRUMENTO TENERO, FRUMENTO DURO, FRUMENTO TURANICO, FARRO SPELTA MUTICO, FARRO DICOCCO, FAVINO, PISELLO PROTEICO e utilizzando le varietà di varie ditte sementiere si potrebbe arrivare ad una miscela di anche oltre 50 varietà diverse. Miscelando tale seme, preventivamente pulito, selezionato con un sistema aerodinamico e conciato in modo biologico, e miscelato con un concime organico in micropellet più humus di lombrico secco e polveri di microrganismi azotofissatori e simbionti, nella dose rispettivamente di 100kg; 30 kg; e 10 kg per ettaro si realizza una semina molto valida per ottenere tra fine giugno e inizio luglio una produzione per ettaro di circa 70-90 q.li di granella mista più altri 70 q.li circa di PAGLIA-FORAGGIO.

2) Dopo il suddetto primo raccolto, TUTTO A BASE DI VARIETA’ ANCHE MODERNE ( nel caso per esempio dell’ORZO, AVENA, FAVINO, PISELLO, SEGALE) e con anche VARIETA’ ANTICHE ORIGINARIE (nel caso di FRUMENTO TENERO, FRUMENTO DURO, FRUMENTO TURANICO, FARRO SPELTA MUTICO, FARRO DICOCCO), si ottiene un miscuglio di ALTISSIMO VALORE NUTRIZIONALE ASSOLUTAMENTE OGM FREE AL 100% sotto forma di granella adatta a quasi tutti gli animali allevati ( vacche, maiali, pecore, capre, cavalli, pollame) e comunque si possono “personalizzare ad hoc” dei miscugli specifici per ogni animale da allevare ma avendo anche una PAGLIA-FORAGGIO, in questo primo raccolto potremo ottenere molte unità foraggere con un basso costo di produzione che dovrebbe aggirarsi intorno ai 20 euro al q.le per la granella e 3 euro al q.le per la PAGLIA-FORAGGIO.

A questo punto in un contesto con disponibilità di acqua per irrigazione sarà possibile effettuare subito a fine giugno-inizio luglio anche la semina di un SECONDO RACCOLTO ESTIVO. Quindi potremo puntare sull’utilizzo di un miscuglio di 2-4 varietà ibride moderne di sorgo da granella bianca, precoci o precocissime, eventualmente consociate con alcune varietà precoci di FAGIOLO DALL’OCCHIO ( Genere VIGNA Spp.). In questo modo sfruttando le caratteristiche di resistenza alla siccità e le minori esigenze idriche del sorgo rispetto al mais ( 150 mm di acqua del sorgo contro i 650 mm del mais) e le caratteristiche di produzione del fagiolo dall’occhio, andremo a produrre entro metà ottobre almeno altri 70-80 q.li di granella da mangime soprattutto se prima della semina di tale secondo raccolto avremo interrato del COMPOST BIODINAMICO o dei concimi organici addizionati con humus di lombrico e polveri di microrganismi azotofissatori e simbionti.
In massima sintesi cosa avremo ottenuto con questo sistema??
1) in un solo anno di coltivazione SU 1 SOLO ETTARO, avremo raccolto almeno 140-160 q.li di granella da mangime OGM FREE al 100%;
2) tale granella, derivante dal MISCUGLIO INVERNALE e dal MISCUGLIO ESTIVO, opportunamente miscelata ci fornirà un mangime che oltre a costare agli allevatori meno della metà dei mangimi attuali a base di MAIS e SOIA prodotti con mezzi chimici e in buona parte OGM, avrà anche un maggior valore nutrizionale per gli animali e un effetto salutistico sugli stessi di grande importanza per prevenire malattie e pandemie.
3) In base ai dati suddetti se la zootecnia italiana necessita in media ogni anno di circa 173.000.000 di q.li di granella macinabile tra mais, soia, in prevalenza e minori quantità di orzo, avena, frumento, pisello, e favino, andando a coltivare oltre 2 milioni di ettari, per poi dover comunque importare circa 40.000.000 di q.li di cereali, per sopperire a tale notevole quantitativo, adottando il nostro sistema di doppio raccolto annuo e applicando un miglioramento sistematico della fertilità organica del suolo, avremmo bisogno di solo 1.153.000 ettari di terreno coltivato con questo sistema per COPRIRE L’INTERO FABBISOGNO NAZIONALE con riduzione di oltre il 50% dei costi di produzione del mangime per gli allevatori; con una filiera tutta attuabile con tecniche di coltivazione biologica; con utilizzo solo del 20-25% dell’acqua di irrigazione attualmente utilizzata per la coltivazione di MAIS e SOIA.
In tempi di aumento dei costi di produzione; diminuzione delle rese per ettaro e della disponibilità idrica per l’irrigazione a causa degli squilibri climatici riuscire a ottenere i risultati suddetti non è cosa da poco, specialmente se questa RICONVERSIONE PRODUTTIVA E FATTIBILE DA SUBITO !!!!
Ma non finisce qui.

Anche riguardo alla produzione di TRINCIATO DA INSILARE il suddetto SISTEMA DEL DOPPIO RACCOLTO ANNUO A MOLTEPLICE ATTITUDINE PRODUTTIVA consente di ottenere vantaggi superiori, infatti con miscugli analoghi per il MIX INVERNALE e un miscuglio di SORGHI ZUCCHERINI + SORGHI BMR + SORGHI DA TRINCIATO MONOSFALCIO E FAGIOLO DALL’OCCHIO RAMPICANTE per quanto riguarda il MIX ESTIVO, da nostre prove fatte in provincia di Modena, si possono ottenere nel primo raccolto da 400 a 500 q.li di trinciato verde e nel secondo raccolto da 1.000 a 1.400 q.li di trinciato verde e quindi molto più materiale da insilare rispetto al mais pari a circa 3-3,5 volte di più per ogni ettaro coltivato, con anche il vantaggio che con questo sistema del doppio raccolto di questi miscugli e concimazioni adeguate con concime organico, il terreno non si stanca mai ma oltretutto si migliora di anno in anno. Quindi anche in questo caso invece di coltivare 280.000 ettari a MAIS DA TRINCIATO da insilare, ne potremmo coltivare solo 81.000 ettari.

COMPOSTAGGIO DEL LETAME E DEI REFLUI ZOOTECNICI
Se in base a quanto suddetto, comprovato da prove di campo degli anni scorsi, potremmo già nell’immediato attuare una coltivazione di colture innovative per una zootecnia più valida sia in termini economici che ambientali, un altro passo avanti lo potremmo fare tramite una gestione più intelligente del letame e dei liquami.
Qui entra in ballo il sistema di compostaggio biodinamico che è in grado di trasformare il letame e i reflui zootecnici in ORO NERO !!
L’ORO NERO per la terra è l’HUMUS e solo tramite un COMPOSTAGGIO BIODINAMICO attuato in condizioni aerobiche ( cioè in presenza di ossigeno) e con un giusto rapporto C/N ( carbonio / azoto) delle matrici oltre che della giusta umidità si arriva a produrre un COMPOST MATURO, che rispetto al letame fresco, pur essendo diminuito del 50% in peso e in volume ( che non è certo uno svantaggio dato che trasportare e distribuire 5 ton / ettaro costa meno rispetto a 10 ton / ha) possiede anche da 4 a 5,5 volte più azoto, in forma non dilavabile dalla pioggia, 2-3 volte più fosforo e potassio e mille volte più carica microbica utile oltre che una miriade di sostanze organiche necessarie alla vita equilibrata delle piante coltivate. Infatti nell’humus ci sono tante sostanze organiche tipo aminoacidi, vitamine, antibiotici naturali, ecc… che le radici possono assorbire, insieme ai sali minerali e all’acqua e che determinano la salute delle piante e la loro produttività.

Insomma rispetto al disastro attuale una zootecnia avanzata non solo non andrebbe più ad inquinare il suolo, le risorse idriche e a produrre alimenti con mangimi OGM, ma potrebbe realizzare una filiera di ALIMENTI FUNZIONALI ECO SOSTENIBILI che oltre al marchio Biologico o biodinamico si potrebbe anche fregiare del marchio OGM FREE AL 100%; TROPICAL FORESTS FRIENDLY; CLIMATE FRIENDLY; OCEAN FRIENDLY, per il semplice fatto che non necessita più di mangimi a base di mais e soia derivanti dalle zone disboscate del sud America e trasportate con grandi navi attraverso l’oceano Atlantico.
Se ci chiediamo quanti consumatori a livello mondiale potrebbero apprezzare una linea di ALIMENTI BIO OGM FREE AL 100%; TROPICAL FORESTS FRIENDLY; CLIMATE FRIENDLY; OCEAN FRIENDLY, prodotti in Italia e facenti parte di una dieta mediterranea equilibrata, ci rendiamo conto che questa è una AUTOSTRADA PERCORRIBILE PER UN FUTURO MIGLIORE, dipende solo da noi.

Riguardo poi alle ditte e multinazionali che oggi producono i semi del mais, della soia oltre che i concimi chimici e i pesticidi, non credo che avrebbero problemi, vista la loro grande capacità finanziaria ed organizzativa, a convertire le loro produzioni verso la produzione di semi soprattutto di ORZO, AVENA, FAVINO, PISELLO, SEGALE) e con anche VARIETA’ ANTICHE ORIGINARIE, nel caso di FRUMENTO TENERO, FRUMENTO DURO, FRUMENTO TURANICO, FARRO SPELTA MUTICO, FARRO DICOCCO e anche di SORGHI IBRIDI e FAGIOLO DALL’OCCHIO, delle varietà suddette, oltre che di concimi organici con humus di lombrico e polveri concianti a base di microrganismi azoto fissatori e simbionti. Sicuramente rispetto al mercato attuale, avrebbero molti più clienti a livello planetario oltretutto senza che nessuno porti avanti azioni legali contro di loro per problemi ambientali e di salute pubblica.

Marco Bertelli; TECNICO BIODINAMICO.

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